Nel 2013, dopo ben dieci anni di progettazione ed elaborazione, in Friuli Venezia Giulia l’azienda Terna - gestore della rete elettrica nazionale - ha inaugurato i lavori per la messa in opera del nuovo Elettrodotto Udine Ovest – Redipuglia, che percorrerà in totale 40 km, sostituendo 110 km di vecchie linee che verranno dismesse.

Secondo Terna, tale ammodernamento era necessario per svariate ragioni, prima fra tutte rendere più efficiente e meno a rischio di congestioni una rete ormai obsoleta.

L’azienda inoltre sottolineava anche i diversi benefici anche a livello ambientale, in quanto a livello paesaggistico una rete di 40 km contro i vecchi 110 sarebbe parsa sicuramente come meno invasiva. Un impianto più moderno poi rilascia meno emissioni, portando dei benefici anche attraverso un minor inquinamento.

Considerando tale ammodernamento a livello economico poi, questo consentirebbe, grazie alle nuove tecnologie, un netto risparmio dovuto ad una minor perdita di energia lungo il trasporto: l'investimento, pari a 110 milioni di euro, farà risparmiare in media 60 milioni di euro l’anno. Insomma, viene illustrato come un cambiamento necessario e assolutamente positivo, soprattutto visti i cambiamenti di consumi e gli standard della popolazione del Friuli Venezia Giulia, molto più consistenti rispetto agli anni Settanta, quando il vecchio elettrodotto fu costruito.

Tutto ciò però non piace ai cittadini, che hanno combattuto un’estenuante lotta contro la metodologia scelta da Terna. Se da un lato non viene messa in discussione la necessità di modernizzare le vie di trasporto energetico friulane, dall’altra si sostiene a gran voce che le metodologie da utilizzare dovevano essere altre, meno impattanti a livello ambientale e visivo.

Written by: Martina Conchione

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Electric power line source of controversy in Friuli Venezia Giulia