Le problematiche ambientali, come l’inquinamento, lo spreco alimentare, la produzione di rifiuti, sono percepite da molte persone come fenomeni astratti, che non ci riguardano da vicino. Per questo ci è facile chiudere gli occhi, dicendoci che non siamo né i responsabili, né le vittime di tali questioni. Eppure c’è qualcosa che ci aiuta a sentirle un po’ più nostre: i dati e i numeri. Se qualcuno ci dicesse che in Europa ogni anno muoiono 467mila persone a causa dello smog, 80mila solo in Italia, non ci sentiremmo più coinvolti? Non sentiremmo l’urgenza di un problema che è sia ambientale che sanitario? L’Italia è il Paese con l’aria peggiore di tutta l’Europa occidentale. E il rapporto di Legambiente sull’inquinamento delle città italiane non lascia spazio a grandi dubbi: oltre il 50% delle città monitorate presenta livelli di PM10 superiori a quelli stabiliti dalle normative europee. La fucina delle polveri sottili si trova in quella vasta distesa piatta che è la Pianura Padana: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è questa infatti una delle aree più inquinate d’Europa. Tra le città in cui si respira l’aria peggiore c’è Pavia, con 114 giorni in un anno oltre le soglie di polveri sottili consentite. Al quarto posto c’è poi Milano, con 92 giorni. Un “primato”, quello del nostro paese, per potrebbe costarci multe di diversi milioni di euro per il mancato rispetto delle norme dell’Unione Europea. Come in tutte le questioni legate all’ambiente (e non solo), l’intervento su scala nazionale e a livello governative deve andare di pari passo con il cambiamento a livello individuale. E cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Ad esempio, condividere gli spostamenti con altri viaggiatori –oggi diverse app per dispositivi mobili ci aiutano a trovare persone con cui viaggiare, abbattendo non solo i costi ma anche l’impatto ambientale. Oppure utilizzare la bici anziché i veicoli a motore per gli spostamenti brevi, o ancora organizzare una vacanza da cicloturista. E forse non abbiamo bisogno di tenere una temperatura media di 28 gradi in casa in inverno, quando i maglioni di lana fanno ancora bene il loro lavoro. Questi piccoli accorgimenti quotidiani possono avere un grande impatto per intere popolazioni: abbassare quei numeri, ma continuare a sentirci ugualmente coinvolti, è un impegno serio che dobbiamo assumerci non solo per noi, ma per il futuro dei figli e dei nipoti che verranno.