Divieto di balneazione: l’Italia ed il caso della Sicilia
Sicilia, perla del mediterraneo, dove nell’estate 2017 fare il bagno nelle sue spiagge sarà vietato in più di duecento aree costiere. Così, per decreto dell’assessorato alla salute della Regione, che regola la stagione balneare la cui apertura è fissata dal primo di aprile al trentuno di ottobre.
Tra le ragioni per vietare la balneazione l’inquinamento, la presenza di scarichi o di porti e la regolamentazione di aree marine protette. Diversi i tratti costieri che il decreto del dipartimento della sanità individua come inquinati. Tra questi, quasi sei chilometri di costa della città di Palermo e tre chilometri in quella di Catania. Sono undici, invece, i chilometri interdetti per inquinamento in tutta la provincia di Messina, di cui il decreto indica diverse aree nella zona del capoluogo e nei comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Sant’Agata Militello e Santo Stefano di Camastra.
Tra i luoghi in cui il bagno è vietato o severamente regolamentato vi sono inoltre tutte le zone in cui vi sono impianti industriali, scarichi in mare o altre zone in cui le Capitanerie di Porto hanno bloccato l’accesso. Rientrano in questa categoria le aree industriali di Augusta, Priolo e Melilli, i dodici chilometri di litorale davanti a Gela, i sette chilometri di costa occupati dall’aeroporto di Palermo e le aree interessate da depuratori. Chiusi, inoltre, i tratti di mare in prossimità dei porti, con un totale di ventisei chilometri in provincia di Palermo, diciannove in provincia di Messina e quasi dodici chilometri rispettivamente nelle province di Agrigento e Trapani.
Quello del divieto di balneazione è un problema che riguarda però anche altre zone d’Italia, dove non sempre le dovute misure vengono messe in atto. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, spesso viene verificata solo la presenza di due batteri per attenersi a quanto previsto dalla normativa europea (direttiva del 2006 sulle acque di balneazione): ciononostante, questo esclude la verifica della presenza di altre sostanze chimiche come mercurio, ferro, manganese, cromo, piombo, arsenico, nichel ed alluminio.
Secondo Enzo Funari, responsabile per la qualità degli ambienti acquatici e delle acque di balneazione dell’Istituto superiore di sanità, la normativa UE non può però diventare una scusa: “Se anche la direttiva europea al momento non li prende in considerazione per la classificazione delle acque, ciò non toglie che le autorità locali non debbano monitorarle. La normativa comunitaria non contempla i contaminanti chimici, ma dà alle autorità locali il compito di tutelare la salute pubblica”.
In conclusione, dalla Sicilia alle altre regioni, molto più bisognerebbe fare per rendere le nostre spiagge balneabili tutelando la salute dei cittadini, per non sprecare un patrimonio tipico del nostro Paese e dare luogo ad un’ingiustizia ambientale.
Location
Italy – Sicily
Environmental impact
- Water pollution
- Biodiversity loss – Ecosystem destruction
- Depletion of natural resources (fossil and mineral, forest, water, etc)
- Waste, waste disposal, and toxicants
Ethical/ legal issues
- Health and well-being
- A clean and prosperous environment and a safe and pleasant habitat
- Opportunities to work and leisure
- Access to public goods/ resources and products
- Democratic participation to decision-making on community and national affairs
Information sources & materials
Online books and newspaper, magazine, encyclopedia, or blog articles
www.gds.it 22/2/2017
Legal & public policy reports and documents
Contributor(s)
Fatima, Ashley, Gaia, Noemi (13)
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